Descargo de responsabilidad
Esta publicación expresa la posición de su autor o del medio del que la recolectamos, sin que suponga que el Observatorio del Laicismo o Europa Laica compartan lo expresado en la misma. Europa Laica expresa sus posiciones a través de sus:
El Observatorio recoge toda la documentación que detecta relacionada con el laicismo, independientemente de la posición o puntos de vista que refleje. Es parte de nuestra labor observar todos los debates y lo que se defiende por las diferentes partes que intervengan en los mismos.
Di moschee, crocifissi e indottrinamento religioso dei bambini
Hanno suscitato shock le immagini dei bambini inginocchiati in moschea. Ma deve suscitarlo ogni forma di indottrinamento religioso, a partire da quello cattolico.
Le reazioni suscitate dalle immagini dei bambini dell’asilo parrocchiale di Ponte della Priula (nel Trevigiano) alla moschea del centro islamico di Susegana, dove hanno “pregato” prostrati a terra in direzione della Mecca, sono un’ennesima prova della nostra impreparazione ad affrontare le sfide di una società sempre più multietnica e multireligiosa.
Non si può sottovalutare o banalizzare l’effetto perlomeno sorprendente provocato nel vedere bambine e bambini così piccoli prostrati in direzione della Mecca imitando la preghiera musulmana. Intanto non si sono mai visti bambini musulmani così piccoli in moschea e soprattutto bambine, visto che le donne non possono pregare con gli uomini. Quindi, al di là della preghiera, non si può giustificare questa visita al centro culturale nemmeno come una iniziativa per conoscere la realtà del mondo musulmano.
Difficile immaginare che i bambini fossero consapevoli del loro comportamento, più facilmente per loro si trattava di un gioco divertente. E speriamo sia così. Ma non per l’imam e per il parroco che invece lo consideravano un momento di scambio tra religioni, o almeno di conoscenza reciproca. È sorprende l’ingenuità dei dirigenti della scuola materna che hanno pubblicato sui social le immagini di una “esperienza emozionante … ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno messo il velo…”. La scelta rivendicata come parte del progetto educativo, che deve accompagnare i bambini nella crescita e nella conoscenza di altre culture, non ha evidentemente tenuto conto che i finanziamenti alle scuole paritarie sono principalmente finalizzati a sostenere quelle cattoliche proprio per il loro impegno all’indottrinamento, a partire dalla scuola materna.
La destra è insorta, a partire da il Giornale che ha paradossalmente attribuito “l’immagine scioccante” della preghiera nella moschea all’effetto di anni di battaglie sulla laicità della scuola, per togliere i crocifissi dalle aule e cancellare l’ora di religione cattolica dai programmi scolastici. Purtroppo, queste battaglie, spesso isolate, non hanno mai avuto successo.
“La confusione creata tra il momento della conoscenza e quello della preghiera porta a pensare all’indottrinamento” e ancora “una forzatura a danno di piccoli inconsapevoli” secondo il capogruppo della Lega nel consiglio regionale, Alberto Villanova. Ed è proprio quell’indottrinamento cattolico di piccoli inconsapevoli quello che avviene ogni giorno nelle scuole materne, ancor più grave che nelle scuole elementari e superiori, ma che la destra promuove per difendere l’identità cristiana dell’Italia e dell’Europa. L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, si stupisce che questo possa accadere nelle scuole paritarie dove le famiglie si aspettano un’educazione alla religione. Il ministro Valditara ha incaricato l’ufficio scolastico regionale di avviare approfondimenti per accertare se siano state rispettate le norme sulla parità scolastica e il progetto educativo. Come sempre, quando sorge un problema, si sceglie la repressione.
Ma le scuole paritarie sono sostenute anche da buona parte della sinistra che non ha mai fatto della laicità una propria bandiera. Anche se il segretario provinciale del Pd Giovanni Zorzi ha detto: “Personalmente avrei scelto forme più laiche per rivolgere alla fine il doveroso messaggio di pace, proprio nel rispetto delle sensibilità di tutti i bambini e le persone presenti”.
A contestare qualsiasi critica fatta all’operato della scuola è invece Luana Zanella, capogruppo Avs a Montecitorio: “Scambiare una gita culturale in moschea intrapresa nella piena autonomia da un Istituto scolastico paritario per ‘indottrinamento’ è segno di una povertà di pensiero molto grave”. Scambiare una preghiera – o almeno la simulazione – per una gita è sottovalutare i simboli religiosi che servono per l’indottrinamento. Ma non ci sorprende da parte di una sinistra che scambia anche i simboli di sottomissione, come il velo, con una manifestazione di libertà. E poi non si può identificare la cultura con la religione. Inoltre, solo uno Stato veramente laico può garantire la libertà religiosa, ma in Italia siamo ben lontani dal porci questi problemi. Non per molto, quello che è successo nell’asilo di Ponte della Priula frequentato anche da bambini musulmani pone la questione dell’Islam in Italia, una presenza sempre più importante. Ed è anche interessante notare – non solo in questo paese del Trevigiano – che i musulmani preferiscono iscrivere i propri figli alle scuole cattoliche piuttosto che a quelle, presumibilmente, laiche, perché sono più tolleranti rispetto alle imposizioni religiose (per esempio esentare le ragazze dall’educazione fisica). E poi si tratta sempre di religioni “del libro”, che fanno riferimento ai libri sacri.
Ma cosa succederà se un domani non molto lontano anche le scuole coraniche chiederanno i finanziamenti statali?